Caratteristiche Sala Rosmini
Dimensioni: 8,5×13 m
Dotazioni: aria condizionata, Wi-Fi
Posti: platea 100 (posti fissi)
Video: videoproiettore fisso
Luce naturale: sì
Audio: sì
Ulteriori Configurazioni: traduzione simultanea a richiesta, registration desk
Descrizione
E’ una delle sale meeting più utilizzate. Prima del recupero e del restauro era un semplice magazzino al servizio della Filatura meccanica dei Müller. Nell’ingresso un busto del filosofo teologo Antonio Rosmini che soggiornò a Intra e come fondale della Sala un prezioso dipinto attribuito a Perin del Vaga ,un dipinto ad olio di noce, realizzato da Pietro Buonaccorsi, soprannominato Perin Del Vaga, nato a Firenze nel 1501 e morto a Roma nel 1547. Allievo a Firenze di Rodolfo del Ghirlandaio e collaboratore a Roma di Raffaello.
Il tema del dipinto è la LA DISPUTA DEL SACRAMENTO: si tratta di una copia, effettuata per il Papa Paolo III Farnese, dell’affresco di 7 metri che si può ammirare nella Stanza della Segnatura nel Palazzo Vaticano.
La disputa del Sacramento
Il quadro che potete ammirare è un dipinto ad olio di noce, realizzato e dipinto da Pietro Buonaccorsi, soprannominato Perin Del Vaga, nato a Firenze nel 1501 e morto a Roma nel 1547. Allievo a Firenze di Rodolfo del Ghirlandaio e collaboratore a Roma di Raffaello.
Alcune sue opere si possono ammirare nelle logge del Vaticano (X,XI e XII), a Marcello al Corso, a Trinità dei Monti, in Vaticano, a Castel S. Angelo, agli Uffizi a Firenze e Genova a Palazzi Doria e Fassolo.
Il quadro è stato acquistato dagli eredi della famiglia Fallani, antiquari in Firenze.
Si tratta di una copia dell’affresco di Raffaello Sanzio e della sua scuola, realizzato a Roma nella stanza della Segnatura, tra il 1508 e il 1511 intitolato “ La disputa del Sacramento”: la verità rivelata nella teologia. L’affresco originale misura alla base m 7,70.
Perin del Vaga ebbe incarico, nel 1541, dal papa Paolo III e dal Cardinal Farnese, di dipingere la zoccolatura in finto marmo e finti bassorilievi. In origine era in legno ed era stata distrutta durante il sacco di Roma, nel 1527.
Perin del Vaga la dipinge ed inserisce nel quadro anche la zoccolatura: è la sua “firma”. Un altro pittore non avrebbe molto probabilmente inserito la zoccolatura.
Tutto questo per dire chi era Perin del Vaga e perché si ritiene che il dipinto sia opera sua.
Dal punto vista artistico è ritenuto un passaggio tra il linguaggio passionale di Michelangelo e i toni pacati di Raffaello.
Noi abbiamo acquistato questo quadro per diverse ragioni. Ha la stessa età del Chiostro: inizi ‘500 e questo ci può essere utile per comprendere la ragione di molte opere presenti nella nostra zona come i sacri monti e i monasteri.
Nel dipinto si possono ammirare numerosi personaggi:
in alto la Trinità ( Padre, Figlio e Spirito Santo), alla sinistra del figlio la Madonna ed alla destra S. Giovanni Battista.
Scendendo, da destra a sinistra troviamo S. Pietro, Adamo, S.Giovanni Evangelista, Davide, S. Stefano e Giosuè. Proseguendo sulla destra Giuda Maccabeo, S.Lorenzo, Mosè, S. Giacomo minore, Abramo e S. Paolo.
In basso, tra gli altri, da sinistra: Beato Angelico, Bramante, Francesco Maria della Rovere ed a destra S. Ambrogio, Giulio II, Dante Alighieri ed il Savonarola.
Interpretazione simbolica
Tra i piani alti ed il piano basso c’è una separazione netta, un cielo azzurro.
L’unico legame tra i due piani è un’eucaristia, uno dei misteri più grandi della Chiesa.
L’interpretazione del dipinto potrebbe essere: se si vuole conciliare la fede (rappresentata dai personaggi in alto) e la ragione (rappresentata dai personaggi in basso) si deve accettare l’esistenza del mistero (come l’eucaristia).
Forse questa interpretazione simbolica fu la ragione per la quale il Papa Paolo III Farnese ordinò una copia dell’affresco per il suo appartamento privato.